Chi sono



DocRehabilitator Dottore in Terapia Occupazionale laureato presso l'Università degli Studi G. d'Annunzio Chieti-Pescara. 
Tecnico Comportamentale ABA 
(Certificato RBT con assessment del BACB).
Iscritto all'Albo dei Terapisti Occupazionali e socio Aito. 

Lo scopo del Blog è divulgare e promuovere la Terapia Occupazionale, dispositivi, ausili e software presenti in commercio utilizzabili durante la vita quotidiana e in riabilitazione. 
Sulla base di questo, effettuo insieme a colleghi del Team T.O.D. (Terapia Occupazionale Dispositivi), attività di ricerca, realizzando dispositivi, ausili e software accessibili e personalizzabili per ogni singola persona, offrendo formazione e addestramento per l'utilizzo. 



Chi è il Terapista Occupazionale? 

Il Decreto del 17 gennaio 1997, n. 136, ne definisce il profilo professionale: 

Art. 1 
1. È individuata la figura professionale del terapista occupazionale, con il seguente profilo: il terapista occupazionale è l'operatore sanitario che, in possesso del diploma universitario abilitante, opera nell'ambito della prevenzione, cura e riabilitazione dei soggetti affetti da malattie e disordini fisici, psichici sia con disabilità temporanee che permanenti, utilizzando attività espressive, manuali - rappresentative, ludiche, della vita quotidiana. 

2. il terapista occupazionale, in riferimento alla diagnosi ed alle prescrizioni del medico, nell'ambito delle proprie competenze ed in collaborazione con altre figure socio-sanitarie: 

• effettua una valutazione funzionale e psicologica del soggetto ed elabora, anche in équipe multidisciplinare, la definizione del programma riabilitativo volto all'individuazione ed al superamento dei bisogni del disabile ed al suo avviamento verso l'autonomia personale nell'ambiente di vita quotidiana e nel tessuto sociale; 

• tratta condizioni fisiche, psichiche e psichiatriche, temporanee o permanenti, rivolgendosi a pazienti di tutte le età; utilizza attività sia individuali che di gruppo, promuovendo il recupero e l'uso ottimale di funzioni finalizzate al reinserimento, all'adattamento e alla integrazione dell'individuo nel proprio ambiente personale, domestico e sociale; 

• individua ed esalta gli aspetti motivazionali e le potenzialità di adattamento dell’individuo, proprie della specificità terapeutica occupazionale; 

• partecipa alla scelta e all'ideazione di ortesi congiuntamente o in alternativa a specifici ausili; 

• propone, ove necessario, modifiche dell'ambiente di vita e promuove azioni educative verso il soggetto in trattamento, verso la famiglia e la collettività; 

• verifica le rispondenze tra la metodologia riabilitativa attuata e gli obiettivi di recupero funzionale e psicosociale. 

3. Il terapista occupazionale svolge attività di studio e ricerca, di didattica e di supporto in tutti gli ambiti in cui è richiesta la specifica professionalità. 

4. Il terapista occupazionale contribuisce alla formazione del personale di supporto e concorre direttamente all'aggiornamento relativo al proprio profilo professionale. 

5. Il terapista occupazionale svolge la sua attività professionale in strutture socio-sanitarie, pubbliche o private, in regime di dipendenza o libero professionale. 


Che cosa fa il Terapista Occupazionale 

La terapia occupazionale studia e promuove l’occupazione, le abilità essenziali alla persona per partecipare attivamente nel proprio ambiente, per impegnarsi in attività soddisfacenti e gratificanti a livello personale e interpersonale, in base alla cultura d’appartenenza, razza, età. La terapia occupazionale consente dunque di promuovere la partecipazione al contesto sociale e la qualità della vita. Attraverso il “fare”, la persona sviluppa competenze e autonomie che favoriscono il proprio ruolo sociale, la propria autostima e dignità, la salute psicologica e fisica. Le occupazioni sono fondamentali per l’identità, l’autoefficacia ed il senso di competenza dell’utente e permettono inoltre di decidere come impiegare il proprio tempo, conferendo significato alle giornate. L’etimologia greca del termine ergoterapia (terapia occupazionale) esprime infatti il concetto dell’essere attivi: l'essere impegnati rappresenta un bisogno primario dell'essere umano e un'attività svolta in maniera mirata ha degli effetti terapeutici. Fare contribuisce ad essere: su ciò si basa la terapia occupazionale, una professione riabilitativa molto diffusa, soprattutto all’estero. 

La terapia occupazionale, attraverso l’azione sui processi motori, sensoriali e cognitivi, si propone di aiutare il paziente ad arrivare al maggior grado di indipendenza possibile. Tra gli obiettivi troviamo la garanzia delle condizioni fisiche, la promozione delle autonomie individuali, la tutela dell’equilibrio sociale e psichico e, dunque della salute, intesa non solo come “assenza di malattia” ma come qualcosa di notevolmente più ampio e complesso. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), infatti, un problema di salute o una malattia possono non essere conseguenza di una limitazione fisica (nei movimenti, in una funzione psichica, ecc.) o di un danno strutturale corporeo (un arto, un organo ecc.), ma nascere dall'interazione fra molteplici fattori. L’OMS riconosce che la salute può essere compromessa dall’incapacità di svolgere attività e di partecipare alle situazioni di vita a causa di barriere ambientali oltre che di problemi a carico delle funzioni e strutture del corpo (WHO, 2001). Dunque attività, partecipazione, fattori ambientali e fattori personali (capacità d'azione) rivestono un ruolo fondamentale e si influenzano a vicenda. La terapia occupazionale si inserisce efficacemente in tale visione, proponendosi con l’intento, appunto, di promuovere salute e autonomia personale. 

Tra le categorie di soggetti destinatari di questo tipo di terapia si trovano senza dubbio gli anziani: l’allungamento della vita cui si assiste negli ultimi decenni, ha come conseguenza l’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle patologie croniche o legate alla senilità e dunque una domanda maggiore di interventi legati al miglioramento della qualità della vita e alla riduzione del danno. Altri destinatari sono tutti i soggetti che presentano problematiche nelle pratiche quotidiane legate a malattie, traumi, difficoltà economiche, culturali e psicologiche. La terapia occupazionale trova collocazione “fisica” in molte realtà, ospedali, centri diurni psichiatrici, per minori, anziani o portatori di handicap, servizi territoriali, scuole etc, oltre che nel domicilio dell’utente stesso. 

La terapia occupazionale può avere un ruolo riconosciuto sia come parte integrante di un percorso riabilitativo o di un trattamento intensivo sulla fase acuta, sia nell’ottica della promozione della salute e della prevenzione. La promozione della salute punta a raggiungere e mantenere uno stato di benessere fisico, psicologico e sociale, in accordo con quanto specificato dall’OMS, lavorando sulle risorse e sulle potenzialità degli individui e dei gruppi. 

La prevenzione si distingue in primaria (riduzione di fattori di rischio, i destinatari sono soggetti sani), secondaria (diagnosi precoce e interventi per evitare l’aggravamento di una patologia) e terziaria (riportare un soggetto colpito da una condizione o evento patologico allo stato di maggior salute possibile, evitando peggioramenti). 
La terapia occupazionale abbraccia in particolare i concetti di prevenzione secondaria e terziaria oltre che l’intervento in fase acuta e all’interno della riabilitazione. 



Come agisce il Terapista Occupazionale 

Primo compito del terapista occupazionale è raccogliere l’anamnesi del paziente, la storia personale, familiare e della patologia, le abitudini, gli stati emotivi e i bisogni, al fine di elaborare il programma riabilitativo. Seguirà una fase di osservazione per valutare le capacità residue della persona e stabilire una relazione positiva all’interno della quale il terapista, spiegando le modalità del suo intervento, si accorderà con il cliente stesso e/o la famiglia, sulle azioni necessarie. Prima di ciò viene ovviamente svolta una prima valutazione che avrà come riferimento i criteri della classificazione internazionale proposti dall'OMS (ICF). La valutazione iniziale indaga limitazioni e risorse (capacità d'azione), strutture e funzioni fisiche compromesse e fattori vari, sociali, culturali, istituzionali e materiali. 

Successivamente, una volta elaborato il piano di trattamento, verranno anche individuati ausili o protesi necessari al lavoro stesso o comunque al miglioramento della qualità della vita. Il trattamento può prevedere attività individuali e/o di gruppo che favoriscano il reinserimento e l’integrazione della persona nel proprio ambiente e anche eventuali modifiche all’ambiente stesso che coinvolgano anche la famiglia e la collettività. 

L’elaborazione dell’intervento parte dalla definizione degli obiettivi concordati e formulati tenendo presenti gli aspetti motivazionali del cliente e dovranno essere realistici e misurabili, al fine di rendere possibile la valutazione periodica dei risultati e l’adeguamento, conferma o integrazione del programma. 

Facendo riferimento alle dimensioni ICF, il terapista occupazionale può lavorare a vari livelli: con il cliente secondo la dimensione della partecipazione alle attività per lui rilevanti, a livello delle attività, per il miglioramento di strutture e funzioni fisiche e per favorire l’adattamento all’ambiente del paziente. 

Indispensabile, come accennato, è la valutazione sistematica, anche insieme alla persona stessa, dei risultati raggiunti, che porrà le basi per pianificare i passi successivi e terrà conto di ogni cambiamento relativo al paziente o legato ai fattori ambientali. 

La valutazione è importante anche alla fine del processo, per confrontare la situazione di partenza con quella finale e valutare dunque l’efficacia delle strategie adottate. Tale fase è fondamentale anche per condividere con le altre figure professionali coinvolte in quanto avvenuto. 

Il terapista occupazionale si relaziona infatti con diversi operatori, spesso il lavoro si svolge in èquipe multidisciplinari che possono vedere al proprio interno logopedisti, medici, psicologi, ortopedici, psicomotricisti etc. 

Oltre alle competenze tecniche specifiche, il profilo professionale del terapista occupazionale necessiterà dunque anche di capacità relazionali, non solo per rapportarsi con i colleghi ma in particolare per costruire relazioni positive con il cliente e la sua famiglia, senza favorire dinamiche invischianti che renderebbero difficoltoso il lavoro, ma mettendo in campo, comunque, empatia e consapevolezza.


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